Il Movimento Laureati

Il Movimento Laureati (1934)

Il Movimento Laureati nasce sulla scia della Fuci per accogliere coloro che, terminata l’esperienza universitaria, desideravano proseguire nella loro loro nuova vita professionale.

La nuova iniziativa fu sostenuta da Igino Righetti che ne fu anche il primo presidente.

Ben presto il Movimento divenne un autentico stato maggiore dell’intelligenza cattolica, poderoso strumento di analisi ed elaborazione culturale che si trasformava anche in proposta nel campo politico (come la settimana di Camaldoli) ed ecclesiale.

Nel dopoguerra il Movimento accolse con riluttanza la linea di forte presenza sociale dell’AC di quegli anni e, anche grazie all’azione dell’assistente nazionale mons. Guano, si impegnò nella prospettiva di una sempre più stretta coniugazione tra religione e cultura.

Tra i suoi presidenti troviamo personaggi diventati illustri:

  • Vittorino Veronese, Presidente dell’Azione Cattolica dal 1946 al 1952
  • Aldo Moro, parlamentare e Presidente del Consiglio dei ministri nel dopoguerra
  • Franco Casavola, presidente della Corte Costituzionale negli anni ’80


Nel 1980 il Movimento Laureati, per adeguarsi alla diversa situazione sociale e associativa, cambia il proprio nome trasformandosi nel Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.

Nel clima drammatico della guerra si svolge all’Eremo di Camaldoli tra il 18 e il 24 luglio del 1943 (alla vigilia della caduta del fascismo) una settimana di studi per discutere sulla «vita familiare, civica, economica, internazionale».

Questi temi servono da base per elaborare sbocchi concreti e praticabili alla dottrina sociale della Chiesa. Il testo conclusivo ispirerà il contributo di molti cattolici per la ricostruzione del paese e per la stesura della Costituzione Italiana.

In particolare si sostengono i concetti di uno Stato democratico e impegnato nel campo economico e sociale.

Al dibattito e alla redazione del testo conclusivo partecipano giovani laureati e affermati professionisti che incideranno nella futura vita pubblica dell’Italia: Giulio Andreotti, Vittore Branca, Giuseppe Capograssi, Guido Gonnella, Giorgio La Pira, Pasquale Saraceno, Paolo Emilio Taviani, Ezio Vanoni. favore il nuovo regime che si ergeva a difesa del cattolicesimo contro la minaccia del comunismo ateo) e rappresentava un grande successo per Mussolini che riuscì ad allargare il proprio consenso presso l’opinione pubblica. E’ questo il periodo di massima popolarità del fascismo presso i cattolici.