Gli Anni della Guerra

Gli anni della guerra (1940-1945)

Durante la guerra l’AC continua con tenacia la sua vita associativa. Nelle parrocchie si continuava a incontrarsi, nelle riunioni si parlava di coloro che erano al fronte e si organizzavano una miriade di iniziative (come i “Segretariati della carità”) per lenire le sofferenze del momento. Alla Resistenza molti suoi iscritti parteciparono attivamente, chi imbracciando il fucile chi adoperandosi nella rischiosa opera di protezione e di aiuto ai perseguitati politici.

Quando da un consenso più o meno entusiasta si passò ad un cosciente e convinto distacco dal fascismo, molti giovani cattolici confluiscono nelle formazioni partigiane (Fiamme Verdi, Brigate del Popolo, formazioni autonome).

Sono spinti dalla ricerca di una solidarietà autentica o per una sorta di ribellione morale o di una prima abbozzata elaborazione politica.

Spesso vedono come un problema l’uso della violenza o la tattica degli attentati e dei sabotaggi che causano inevitabili rappresaglie sulle popolazioni civili.

Anche se tra vari atteggiamenti, ritardi e connivenze, la “Resistenza cattolica” può vantare figure di grande rilievo, come Teresio Olivelli.

In quest’atmosfera si costituiscono formazioni partigiane di specifica ispirazione cattolica nonché molteplici reti di assistenza a combattenti, carcerati, fuggiaschi.

Si può così cogliere il contributo dei laici e dei sacerdoti assistenti dell’Azione Cattolica alla Resistenza come un fatto di notevole rilievo morale, ma anche numerico (ben 93 le medaglie d’oro di laici di Ac, decorati per la Resistenza, di cui 85 caduti!).

Molti fucini ed ex fucini, così come i giovani della Giac, sono partigiani combattenti.