Due Storici Raduni

Due storici raduni (1948)

Nel settembre 1948 si svolgono a Roma due grandi raduni dei rami giovanili dell’AC: prima quello dei “baschi ruggine” per celebrare il 30° della Gioventù Femminile, cui presero parte 100mila socie, poi quello dei “baschi verdi” per l’80° della GIAC cui parteciparono 300mila giovani.

Raduno della Gioventù Femminile
Raduno della Gioventù Femminile

Quei raduni, tipici dello stile dell’associazione, assunsero nel contesto di quell’anno, anche un significatio sociale e politico che diede loro una grande notorietà anche nell’opinione pubblica non cattolica.

Infatti nelle recenti elezioni del 18 aprile, il partito democratico cristiano aveva ottenuto un risultato imprevedibile ponendosi saldamente alla guida del Paese; inoltre a livello internazionale si irrigidivano i rapporti tra i blocchi contrapposti della guerra fredda.

Erano quindi naturali le polemiche giornalistiche, la conta dei numeri, la mobilitazione organizzativa interpretata anche come un “mostrare i muscoli”.

In tal senso quelle giornate romane potevano essere lette con un’ottica trionfalistica – manifestazioni, sfilate, presenza di politici e di autorità, bandiere, distintivi, ecc.- ma nei ricordi dei protagonisti di ogni parte e nelle parole degli organizzatori, riportate dalla stampa, emerge con chiarezza il carattere religioso delle manifestazioni.

Del particolare significato che andavano assumendo quei raduni, era consapevole il presidente generale dell’AC di quegli anni, Vittorino Veronese che, in vista di quegli incontri così si esprimeva:

«che la festa di quei giorni possa essere condivisa da tutti gli italiani perché da quegli ottanta anni di fede e di lavoro è derivato non solo il prodigioso affermarsi delle nostre Associazioni ma un grande vantaggio per il nostro Paese: sono state educate sotto le nostre bandiere centinaia di migliaia di italiani che, in ogni ora, hanno servito nobilmente la patria; sono usciti dalle nostre file uomini illustri e umili servitori del pubblico bene. E se attualmente l’Italia può avviarsi al suo giusto progresso politico e sociale nell’ordine, nella libertà e nella pace, molto, senza dubbio, si deve al contributo di tutti i nostri militanti, al contributo di educazione popolare e di formazione civica che viene arrecato dalle nostre Associazioni».