Carlo Carretto

Carlo Carretto (1910-1988)

Nasce ad Alessandria il 2 aprile del 1910, ma presto la sua famiglia si trasferisce prima a Moncalieri e poi a Torino.

La sua educazione religiosa trova radici profonde in famiglia e nell’oratorio salesiano della Crocetta.

Carlo Carretto
Carlo Carretto

A diciotto anni è maestro elementare; conseguita la laurea in filosofia, vince il concorso per direttore didattico in Sardegna; rinviato in Piemonte per contrasti con il regime fascista, rifiuta il giuramento di fedeltà alla Repubblica di Salò e viene radiato dall’albo dei direttori didattici e messo sotto sorveglianza.

L’Azione Cattolica. Nel 1932 a 22 anni è impegnato in un Circolo della Gioventù Cattolica di Torino, poi viene chiamato a lavorare a livello diocesano (1937). Nel 1945 è chiamato a Roma da Pio XII e da Luigi Gedda per organizzare l’Associazione dei Maestri Cattolici.

Presidente. Nel 1946 è presidente centrale della GIAC e, poco dopo, fonda il Bureau International de la Jeunesse Catholique. Carismatico presidente della GIAC, nel 1948 convoca a Roma, subito dopo la seconda guerra mondiale, oltre trecentomila giovani, i famosi “baschi verdi”, per celebrare l’80° di fondazione della Gioventù Cattolica.

I contrasti. Esplodono, subito dopo, contrasti in campo cattolico nei riguardi dei rapporti con la vita politica. Ha 39 anni quando la sua dichiarazione è senza riserve, ma non ha più speranze ormai di essere capita: «All’A.C. ho davvero voluto bene come si vuol bene a un’innamorata». Siamo nel 1949, a fine settembre. Un anno prima, il 18 aprile, si era innescato il tradimento morale nei confronti di Carretto e di chi come lui pensava ad un’Associazione libera. Con la vittoria inaspettata della Democrazia Cristiana alle prime elezioni dell’Italia repubblicana, i politici si erano accorti della grande forza costituita dall’organizzazione cattolica. E molti cercarono di cavalcarla a proprio personale vantaggio. Nasceva il collateralismo. Carlo Carretto resistette alla meglio, potenziando le realizzazioni di matrice formativa: inaugurò la Domus Pacis, diede il via al Centro Turistico Giovanile, contribuì alla nascita della Federazione Internazionale della Gioventù Cattolica.

Le contrapposizioni di linea contribuirono a rafforzare e ad arricchire le sue convinzioni: «Vi è un problema di idee, una istanza di porgere un cristianesimo più aderente alla vita moderna… di presentazione delle verità in una forma più vicina alla mentalità degli uomini di oggi» affermava nel novembre del 1951 alla Giunta centrale. Un appello sostanzialmente inascoltato in quella sede. Echeggerà più in largo, a dimensione planetaria, otto anni dopo, quando un Papa, Giovanni XXIII, annuncerà la convocazione del Vaticano II.

Fratel Carlo. Le stanze di via della Conciliazione non potevano in quegli anni contenere il cuore innamorato di Carretto: doveva esistere uno spazio senza confini dove il desiderio di Dio – pur maturato in quegli spazi – potesse librarsi e volare in alto.

Nel 1953 Carlo si dimette pur continuando a cercare con Lazzati, La Pira, Gonella ed altri nuove strade per l’azione del laicato cattolico impegnato. Dio lo attende al varco chiamandolo alla vita religiosa, l’8 dicembre 1954. Parte per il noviziato dei Piccoli Fratelli di Gesù – l’ordine nato dall’esperienza spirituale di Charles de Foucauld – nel Sahara algerino. Seguono dieci anni di profondo “lavorio interiore” nel silenzio, nella preghiera, nel lavoro. Lettere dal deserto rivelerà i passi di questo personalissimo percorso a molti lettori in Italia e nel mondo.

Spello. Tornato in Europa si stabilirà in Umbria, a Spello (Perugia), alla fine del 1965. Da quel momento la Fraternità dei Piccoli Fratelli assumerà un ruolo di anno in anno sempre più importante per la Chiesa italiana. Migliaia di persone vi troveranno un centro di preghiera e di silenzio. Per vent’anni Carlo fu animatore di questa “oasi spirituale” con la sua predicazione e i suoi scritti tradotti in varie lingue.

Come un film. Riconosciamo facilmente i due tempi di un “lungometraggio: il primo girato negli interni del vociante movimento cattolico, il secondo in esterni, nel silenzio delle dune e della vita contemplativa. Ma i due episodi appartengono alla stessa trama. Cambia l’ambientazione, cambia il ritmo, ma il protagonista è sempre alla ricerca della stessa Presenza. L’ACI resta comunque il primo amore mai dimenticato.

Quando nel 1986 contrasti interni alla Presidenza Nazionale di AC spingono papa Giovanni Paolo II a richiamare l’associazione ad un impegno più visibile nel mondo, Carlo Carretto scrive la famosa “lettera a Pietro” in cui difende appassionatamente la scelta religiosa perseguita dall’ACl del nuovo Statuto e il suo Presidente Alberto Monticone.

Il 4 ottobre 1988, festa di S. Francesco d’Assisi, dopo alcuni anni di malattia, nella piccola cella di Spello, si spegne in un atmosfera di grande gioia pasquale circondato da centinaia di persone amiche giunte da ogni angolo d’Italia e dall’estero.

«Se ricominciassi da capo, incomincerei con l’Azione Cattolica. Sì, è così. Se ricominciassi, incomincerei come allora. L’esperienza che ne è venuta, e più ancora la sofferenza della Chiesa, che ognuno di noi sente dentro, mi ha fatto convinto di questo.

Sì, ci sono molte forze nella Chiesa, oggi, molti gruppi. Ma per diventare Chiesa, più Chiesa, direi più Chiesa ancora, è necessario non fermarsi al gruppo. Io so che cosa ha voluto dire per me uscire dall’ambito parrocchiale e capire che il mio impegno era la diocesi. E so che cosa ha voluto dire, per me, diventare diocesi, l’incontro con tutte la altre diocesi. Sentivo di diventare più Chiesa; più allargavo l’orizzonte del contatti con i fratelli.

E questo è proprio il beneficio che ha la vostra organizzazione, la nostra organizzazione dell’ACI. Questo: di fondere, di essere legata direttamente sul tronco così vicino alla Gerarchia, cosi vicino a Cristo.»

  • Lettere dal deserto, La Scuola Editrice, Brescia 1964.
  • Al di là delle cose, Cittadella Editrice, Assisi 1964.
  • Ciò che conta è amare, AVE, Roma 1966.
  • Il Dio che viene, Città Nuova, Roma 1972.
  • Padre, mi abbandono o te, Città Nuova, Roma 1975.
  • Il deserto nella città, Paoline, Milano 1978.
  • L’utopia che ha il potere di salvarti, Queriniana, Brescia 1979.
  • Beata te che hai creduto, Paoline, Roma 1980.
  • Io, Francesco, Cittadella Editrice, Assisi/Queriniana, Brescia 1983.
  • Ho cercato e ho trovato, Cittadella Editrice, Assisi 1983.
  • Perché Signore?, Morcelliana, Brescia/Dehoniane, Bologna 1985.
  • Un cammino senza fine, Cittadella Editrice, Assisi 1986.
  • E Dio vide che era cosa buona, AVE, Roma 1988.